CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANISTICA ED ARCHITETTONICA DELL’AREA EX-LANEROSSI DUE VILLE (VI)
Gli stabilimenti della ex-Lanerossi, nel vicentino, sono dislocati all’interno di un’area molto vasta della Provincia; si sviluppano da nord verso sud lungo l’asse ferroviario Vicenza – Schio e “contenuti” dai fiumi Astico ad est (Piovene Rocchette) e Torrente Leogra a ovest (Torrebelvicino, Pievebelvicino, Schio e Marano vicentino).
L’acqua e la ferrovia sono gli elementi principali di sviluppo e collegamento tra gli stabilimenti industriali.
Gli stabilimenti Lanerossi, assorbiti dal gruppo Marzotto nel 1985, sono oggi dismessi.
L’idea dal punto di vista urbano è di inserire un programma funzionale che sia in relazione con i principi di città policentrica (quale area dismessa all’interno di un contesto consolidato e ben servita dal sistema viario su ferro, futura Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale SFMR), prevedendo spazi per la cultura e il tempo libero. Questi luoghi devono avere la prerogativa di attrarre un pubblico più vasto di quello che oggi frequenta Dueville.
Per realizzare questo obiettivo, il progetto deve andare oltre i confini fisici dell’area; deve garantire che la stessa sia servita da infrastrutture alternative come la Metropolitana in superficie, evitando cosi il congestionamento delle strade sia interne che di collegamento al centro cittadino.
Il progetto deve quindi tenere conto dell’importanza del collegamento alla stazione ferroviaria, creando percorsi che colleghino la stazione stessa ai nuovi spazi pubblici.
Architettonicamente il progetto si propone come una sovrapposizione di “sistemi” i quali, opportunamente collocati, andranno a costituire quell’unicum capace di rappresentare la memoria e una nuova immagine di questa parte di città.
Il sistema della struttura nella ex-Lanerossi.
Abbiamo mantenuto l’orditura delle colonnine di ghisa e la serialità delle coperture a sheds.
Piccole eccezioni alla regola, ove necessario, ed eventualmente in una fase successiva, non contraddiranno certamente l’impianto originario e l’idea generale.
Ciò renderà immediatamente comprensibile e leggibile la “misura” dell’edificio.
Il sistema delle gallerie.
E’ rigido e razionale. Oltre ad assolvere i compiti distributivi permetterà anch’esso la visione complessiva della lunghezza, della larghezza,dell’altezza e del sistema di copertura.
Oltre a ciò queste, opportunamente arredate e attrezzate, potranno divenire occasione di incontro e di socializzazione e non solo elementi funzionali.
l sistema degli spazi aperti.
Qui è stato eliminato il tetto mantenendo solamente la sua orditura principale. Lì si appoggiano delle tende meccanizzate a rullo che all’ occorrenza potranno consentire l’ombreggiatura. Vengono mantenute le colonne in ghisa originarie, anche se ora non sorreggeranno alcunché, ma andranno a disegnare una sorta di grande sala ipostila.
Il sistema degli sheds.
E’ stato mantenuto il disegno di questa grande orditura a canne d’organo, trattandole solamente con tecnologie e materiali moderni oltre ad inserire sistemi fotovoltaici per il risparmio energetico.
Sono stati collocati, ove occorre, dei grandi lucernari.
Il sistema delle scuole, biblioteca, auditorium.
Sono collocate dentro all’edificio dell’ex lanificio. Le scuole si rivolgono verso grandi spazi aperti. La loro privacy, funzionalità e sicurezza è garantita dalle gallerie trasversali chiuse da porte trasparenti che attraversano l’intero edificio.
Prevediamo la suddivisione degli spazi interni mediante pannelli in legno opportunamente isolati e lasciati al colore naturale. Per ogni funzione una tonalità diversa in maniera tale da garantire l’unitarietà dell’intervento e al contempo l’immediata riconoscibilità.
Il sistema degli spazi commerciali, terziari, pubblici e della sanità.
Gli spazi commerciali sono stati collocati nel lato sud dell’ex lanerossi e al piano terra dell’edificio che viene recuperato lungo la via B. Fracasso da pedonalizzare. Il posizionamento è stato deciso per consentire un rapporto diretto e immediato con il centro storico e con la zona della stazione ferroviaria attualmente marginale. La stazione, come spiegato precedentemente, dovrà divenire una delle più importanti vie di accesso alla città e quindi anche queste attività commerciali, che presumibilmente saranno legate alla “cittadella del sapere”, contribuiranno a rappresentare ancor più la sua unità con il centro urbano. Tutti questi spazi saranno accessibili sia dall’esterno che dall’interno delle gallerie. Sempre lungo via B.Fracasso, al piano terra, trovano spazio il front office comunale e al piano primo il poliambulatorio e gli uffici.
Il sistema delle residenze.
Abbiamo scelto la tipologia in linea che secondo noi è la più adatta al luogo. Non prevediamo interrati, sia per contenere i costi, sia per la situazione della falda. La tipologia in linea consente ad ogni unità immobiliare di avere il proprio ambito privato con garage esclusivo. Sono previste unità su tre piani con una altezza media all’intradosso di 11 metri. I materiali sono quelli tradizionali: muratura faccia a vista e intonacata, tetti in coppi o tegole e in alcune parti si prevede anche l’inserimento del fotovoltaico, infissi in legno al naturale con scuri alla vicentina.
Il sistema della viabilità carrabile e pedonale
E’ stata resa pedonale in parte la via don B. Fracasso e gli altri accessi carrabili sono quelli strettamente funzionali.
Il sistema dei parcheggi pubblici e privati.
Quelli pubblici sono stati collocati a nord in corrispondenza della hall d’ingresso. Quelli privati, dimensionati secondo norma sono stati tenuti in prossimità delle residenze.
Il sistema del verde pubblico e privato.
Il parco Baden Powell opportunamente ridisegnato va a costituire in una sua parte una grande piazza polivalente che si integra con l’ex lanificio e le residenze. La serra/hall d’ingresso/bar e il villino sono, in maniera contrapposta, gli elementi organizzativi del luogo. Qui si potranno svolgere spettacoli all’aperto, eventi ecc..E soprattutto nelle aree pavimentate a calcestre potranno essere collocate le bancarelle del mercato settimanale. Abbiamo scelto di avere una pavimentazione leggera, come consente il calcestre proprio per non snaturare il carattere del parco mantenendo la sua naturalità senza trasformarlo in uno spazio urbano e costruito. Il disegno dei percorsi vuole riprendere quello delle “canne d’organo” della copertura del lanificio.
Il sistema dell’acqua.
Abbiamo voluto rendere evidente la memoria di questa vocazione del territorio più ampiamente descritta nella parte introduttiva. Per questo riproponiamo nella parte più naturalistica del parco delle piccole risorgive collegate da rivoli che terminano in una fontana nei pressi del villino Maccà. I rivoli scavalcati da piccole passerelle di legno si intersecano con un percorso che può essere o una pista di jogging o semplicemente una passeggiata tra gi alberi.
In sostanza siamo intervenuti con delle regole abbastanza complesse che però ottengono il risultato di una semplicità di organizzazione, lettura, comprensione, fruizione e soprattutto per ultimo, ma non ultimo fanno sì che quest’area divenga un tutt’uno con il centro storico, con la stazione ferroviaria e con le zone circostanti donando un nuovo senso compiuto, semplice, articolato, complesso.
Tutto il progetto risponde alle più aggiornate esigenze in materia di risparmio energetico, studiando sistemi di protezione passiva per il regime invernale e garantendo il benessere igrometrico nella stagione estiva, attraverso utilizzo di materiali prestanti e ad alta densità, nonché studiando le aperture e gli ambienti in funzione dell’esposizione.
Gli impianti sono ad alta efficienza e gestiti da un sistema centralizzato che ottimizza l’efficienza e i costi.
Nella copertura a shed del complesso “ex lanerossi” sarà collocato un impianto fotovoltaico che consentirà la produzione naturale di energia elettrica e la mitigazione solare dell’area sottostante, dovuta al fatto che i pannelli convertono l’irraggiamento solare in energia elettrica riducendo il carico termico nella zona sottostante.