1983 Progetto preliminare ed esecutivo, realizzazione e Direzione lavori.
Il lotto in cui è posta fa parte della tipica periferia dei piccoli centri recentemente urbanizzati. Villini a due o tre piani unifamiliari di qualità edilizia scadente, paesaggio circostante praticamente inesistente. Per questo la casa si racchiude in se stessa, rifiutando nel prospetto principale la vista verso la strada e aprendosi invece verso il giardino e il corpo dei servizi che lo delimita. Si raccoglie poi ancora organizzando le sue stanze e gli elementi distributivi attorno al grande soggiorno centrale a doppia altezza.
Scelta tipologica precisa, determinata dal luogo. Occasione specifica da sviluppare con gli strumenti dell’architettura e del comporre. I riferimenti formali sono dichiarati: gli insediamenti rurali che si trovano nella pianura padana, il fienile del Dotti e, per certi aspetti, la casa romana. Altri sono meno decifrabili in quanto fanno parte della memoria e delle cose viste.
L’edificio è a due piani. Al piano terra vi è il grande soggiorno a doppia altezza, la cucina e la dispensa, al piano superiore lungo il ballatoio che gira attorno al soggiorno si distribuiscono le camere da letto, i bagni e, in posizione centrale una serra aperta sull’interno. I materiali sono quelli tradizionali: il mattone, il legno per le capriate e il legno per gli infissi, il cemento armato a vista per i setti portanti, i coppi di recupero per il tetto, il cotto nei pavimenti. La struttura è formata da setti larghi e sottili che sostengono due grandi capriate di quercia su cui si appoggia la copertura a falde. I colori usati per le rifiniture sono: pareti bianche, infissi esterni in grigio, infissi interni rosa chiaro, la balconata in verde pallido.
Committente: privato
Progetto architettonico e Direzione Lavori: arch. Claudio Baldisserri (Teprin Associati).